venerdì 15 marzo 2013

Report assemblea Napoli per iniziativa naz 22 marzo Ilva Tamburi Taranto




Un'assemblea molto partecipata, nell'aula 2.1 dell'Università Orientale,
Palazzo Giusso, a Napoli, presenti quasi 100 studenti, studentesse, compagni
di collettivi di realtà territoriali, universitarie, ha accolto con
interesse e solidarietà la delegazione di operai Ilva, precari, disoccupati,
cittadini di Taranto per discutere sulla questione Ilva "tra lavoro e salute
non vogliamo scegliere".
Due ore molto intense di discussione, approfondimenti, testimonianze,
analisi su una questione ritenuta di importanza nazionale per la classe
operaia e tutto il movimento, su cui a Taranto si sta combattendo una
battaglia decisiva.

I compagni di ClashCityWorkers hanno introdotto l'assemblea riprendendo i
contenuti dal manifesto di convocazione, sottolineando la necessità di una
lettura autonoma della questione Ilva, diventata sintesi delle battaglie che
si combattono in Italia sul terreno della salute e del lavoro, e denunciando
i processi in atto sia in Italia che in Europa per ristrutturare i rapporti
tra lavoro e territorio per rilanciare i profitti capitalisti, processi in
cui hanno un ruolo centrale gli interventi autoritari dello Stato nei
conflitti sociali. Hanno concluso chiedendo di rispondere anche al problema
di che tipo di soluzioni siano possibili nella dinamica tra lavoro e salute
e lavoro e proprietà e che tipo di paese si può immaginare nel futuro.

Quindi ha preso la parola un compagno di Taranto che ha parlato anche a nome
della Rete nazionale nel suo complesso, raccontando come dall'Ilva di
Taranto già nel 2006 era nata la proposta della Rete in quanto questa
fabbrica sin da allora si caratterizzava per il suo carico di morti sul
lavoro, 45 nel solo periodo di proprietà di padron Riva, e come questa Rete
abbia stabilito nei tempi successivi un legame con la strage della
ThyssenKrupp, con le stragi delle "cisterne assassine" nelle diverse parti 
d'Italia,
e la catena di processi, portando un sostegno ai familiari, ecc., fino alla
manifestazione che già a Taranto si tenne il 18 aprile 2009, che aprì in
maniera anticipata lo scontro con padron Riva, Stato e governo, con una
buona partecipazione da diverse città italiane.
Oggi la Rete richiama a raccolta le forze a Taranto in una prima iniziativa
nazionale il 22 marzo, all'interno di un percorso della guerra di lunga
durata che vede protagonisti settori di operai dell'Ilva e masse popolari
del quartiere Tamburi e della città.
L'Ilva è attualmente la madre di tutte le battaglie su salute e sicurezza in
fabbrica e sul territorio. Bisogna raccogliere e vincere questa sfida e
chiamare tutti ad assumere il proprio posto di lotta, sostenendo chi lotta a
Taranto e allargando la lotta su tutto il territorio nazionale; ribadendo il
concetto che "nocivo è il capitale e non la fabbrica" e che senza rovesciare
il sistema del capitale non si potrà realmente salvaguardare salute e lavoro
nelle fabbriche e sul territorio.
Per questo ci vuole una rivoluzione politica e sociale che parta dal
cambiare i rapporti di forza. Perché all'Ilva questa battaglia c'è stata in
questi anni, ma soprattutto per il ruolo di complicità con il padrone dei
sindacati confederali, partiti parlamentari, Istituzioni, questa battaglia
non si è riusciti a vincere, e la logica del massimo profitto di padron Riva
ha portato fabbrica e città alle estreme conseguenze.

Decisamente importanti sono stati i due interventi dei compagni del
Laboratorio Iskra di Bagnoli che hanno portato l'informazione e la denuncia
di come la storia di Taranto sia stata ugualmente vissuta negli anni a
Bagnoli. Anche lì hanno agito le stesse logiche di contrapposizione tra
lavoro e salute, di promesse di progetti faraonici, di bonifica del
territorio e di recupero di esso a un nuovo modello di sviluppo
ecosostenibile, di recupero del turismo che avrebbe portato salute e lavoro.
Ma la realtà non è andata in questa direzione, per responsabilità di
padroni, governo, Enti locali, sindacati e sinistra istituzionale che hanno
portato a nessuna bonifica, nessun sviluppo, né lavoro e salute. L'incendio
doloso di questi giorni nella "Cittadella scienza" è venuto a riproporre 
all'attenzione
di Napoli e di tutto il paese questa vicenda che unisce Bagnoli a Taranto, a
cui è importante collegarsi per evitare che all'Ilva di Taranto succeda
quello che è successo a Bagnoli. Lavoro e salute si possono tenere insieme,
e la chiusura della fabbrica non è mai stata una soluzione per questo; anche
se è importante arrivare alla nazionalizzazione della fabbrica con esproprio
senza indennizzo e controllo operaio dell'Ilva.

Quindi è intervenuto un operaio dell'Ilva abitante nel quartiere Tamburi che
ha denunciato con forza Riva, politici e sindacati confederali che hanno
portato Taranto a questa situazione che ci sta ammazzando in fabbrica e in
città. Ha raccontato dei bambini che muoiono nel suo quartiere e della lotta
che si sta facendo in fabbrica. Ha fatto sentire la voce di quegli operai,
purtroppo ancora una minoranza, che stanno conducendo la lotta non solo 
nell'interesse
dei lavoratori di lavorare in un ambiente sano ma nell'interesse generale
delle masse taratine che non vogliono morire di inquinamento.
Ha chiesto un applauso per salutare/ricordare i tre operai morti
recentemente e la solidarietà alla città, trasmettendo l'orgoglio di operai
che stanno facendo la loro parte, difficile, respingendo ricatti e
repressione in fabbrica per dare voce di classe alla città.

All'intervento dell'operaio dell'Ilva è seguito un affilato, documentato
intervento del Coordinameno secondo policlinico insieme al Collettivo Sun
(Seconda università di Napoli)
del policlinico che ha denunciato come la battaglia per la salute debba
essere unita alla battaglia per il lavoro, perché anche la mancanza del
lavoro, come moltissime analisi sanitarie dimostrano, produce malattie e
morte. E' tornato poi sui dati epidemiologici generali per dire che vanno
letti in forme critiche, dato che non è difficile manipolarli secondo i fini
che si perseguono.
Il collettivo ha detto che si trova in sintonia con gli operai e i soggetti
che lottano per la difesa della salute e del lavoro, senza essere per la
chiusura dell'Ilva.

La denuncia della situazione a Taranto e delle lotte in corso è ritornata
nell'intervento di una compagna di Taranto che ha parlato a nome dei
Disoccupati Organizzati e dei lavoratori cimiteriali.
Ha raccontato la lotta lunga e coraggiosa dei Disoccupati Organizzati per
coniugare lavoro e ambiente, sia con la vertenza verso il Comune per la
raccolta differenziata porta a porta che ha ottenuto alcuni risultati
parziali, sia nel rivendicare il lavoro per le bonifiche, in particolare nei
quartieri più colpiti dall'inquinamento, Tamburi e Paolo VI. I Disoccupati
Organizzati hanno partecipato a tutte le iniziative di lotta insieme agli
operai Ilva perché vogliono anch'essi salute e lavoro e non 20mila nuovi
disoccupati. Ha quindi letto l'intervento dei lavoratori cimiteriali che,
collocati con il loro lavoro nel luogo che registra i tanti morti da lavoro
e da inquinamento, sono anch'essi colpiti dalle polveri e veleni dell'Ilva,
dato che il cimitero si trova nella zona più inquinata del quartiere
Tamburi, più vicina ai parchi minerali dell'Ilva, e pertanto sono esposti
per 6 ore al giorno e per tanti anni all'inquinamento delle polveri che si
mischiano con quelle provenienti dai parchi. Per questo, anche i lavoratori
cimiteriali sono ora diventati un importante settore in lotta.

I compagni di Taranto hanno poi ripreso con un altro intervento, 
l'importanza
di venire a Taranto, di non accontentarsi delle informazioni, spesso
strumentali e spettacolarizzate, per conoscere effettivamente la situazione
della fabbrica, degli operai e per confrontarsi con essi e con i cittadini
dei Tamburi; e hanno ribadito con forza che serve a Taranto una rivolta
popolare come risposta effettiva alla situazione e possibilità delle masse
di prendere nelle mani il loro destino.

Altri compagni sono intervenuti con indicazioni e domande sulla necessità
del coordinamento delle lotte, sulla necessità di uno sciopero generale,
sulla battaglia per la nazionalizzazione  e il controllo operaio, e hanno
chiesto alla Rete cosa pensa di queste indicazioni.
I compagni della Rete hanno detto che loro sono in linea di massima 
d'accordo
su tutto questo, ma non sono un sindacato e che per questi obiettivi serve
ora prima di tutto comprendere la natura nazionale della battaglia all'Ilva
per accumulare le forze per essa, serve che lo sciopero sia nelle mani degli
operai che si organizzano indipendentemente dai sindacati confederali, cosa
che è ancora in una fase iniziale e che avviene in uno scontro con chi mette
in contrapposizione operai e cittadini; serve unità sugli obiettivi che
abbiano come gambe operai e masse popolari, tenendo conto che l'Ilva è stata
industria di Stato per tanti anni, che questo Stato, questi governi sono o
al servizio di Riva o vogliono togliere le castagne dal fuoco a Riva; e che
la lotta deve svilupparsi per tappe per raggiungere i suoi obiettivi.
Infine, hanno detto a tutti coloro che fanno proposte di fare la scelta di
portarle direttamente agli operai dell'Ilva e ai cittadini dei Tamburi e di
confrontarsi con essi. E' a questo che serve l'iniziativa nazionale del 22
marzo che non è un punto di arrivo ma un punto di partenza nella battaglia
che si può e si deve vincere e noi abbiamo fiducia che la mobilitazione
operaia e popolare vincerà e farà di Taranto un punto di forza del
cambiamento della situazione sociale e politica del paese.

I compagni di Clash city worker e del Collettivo Autorganizzato
Universitario e le altre realtà partecipanti hanno fatto un buon lavoro e
hanno portato un vero contributo a Napoli e alla battaglia in corso,
dimostrando la funzione importante che questi organismi stanno avendo per
mettere in collegamento le lotte operaie e proletarie, per far avanzare la
comprensione e l'unità tra operai, studenti, movimenti sul territorio.

(Questo resoconto ufficioso è a cura di un compagno di Taranto della Rete.
Rimandiamo alla registrazione degli interventi che i compagni di Napoli
stanno preparando).

13.3.13

l'appuntamento per la iniziativa nazionale taranto è
22 marzo alle 13.30  direzione ILVA -ore 15 port.A Ilva - ore 17.oo cimitero
tamburi cui segue assemblea sala polivalente

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