da Il Fatto Quotidiano 30.10.10, p.11
I morti alla Saras di Sarroch
Ai Moratti piace il silenzio
I fratelli Gianmarco e Massimo Moratti sono convinti che i loro dipendenti della raffineria Saras, ma anche chi abita a Sarroch (in provincia di Cagliari, dove sorge l’impianto) debbano supportare le pubbliche relazioni dell’azienda nella reazione alle cattive notizie. Lo hanno fatto scrivere: “Tutti, anche coloro che gravitano a vario titolo intorno alla nostra realtà, dovrebbero farsi interpreti della sfida che come impresa quotidianamente viviamo”. La disciplina chiesta a tutti i gravitanti a vario titolo è la stessa che i Moratti ottengono da tutta la stampa nazionale (con l’unica eccezione del Fatto Quotidiano): ieri nessun giornale ha pubblicato la notizia che per quattro tra i massimi dirigenti della Saras e per la stessa società, nella persona del legale rappresentante Gianmarco Moratti, la procura della Repubblica di Cagliari ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo plurimo, per la morte di tre operai avvenuta a Sarroch il 26 maggio 2009. Per Massimo Moratti, amministratore delegato della Saras, i titoli a nove colonne sui giornali ci sono stati, ma come sempre sul calcio, stavolta sulla polemica con Andrea Agnelli per nobili storie di scudetti rubati tra Inter e Juventus.
Della Saras i Moratti non vogliono che si parli. Neppure a Sarroch, dove cinquemila abitanti e duemila lavoratori della raffineria fanno i conti con l’inquinamento e con i problemi della sicurezza. Lo dimostra una lettera inviata nei giorni scorsi a tutti i dipendenti Saras dal direttore generale Dario Scaffardi, a proposito di un libro dedicato proprio all’incidente per il quale pende sullo stesso Scaffardi una richiesta di processo per omicidio colposo. Eccone il testo integrale:
“Siamo venuti a conoscenza che il Comune di Sarroch ha organizzato un evento per la presentazione del libro di Giorgio Meletti “Nel Paese dei Moratti”. Consapevoli che questa recente pubblicazione ha suscitato qualche interesse e curiosità, desideriamo condividere un breve commento al riguardo. Ci interessa evidenziare che il libro, al netto di alcune inesattezze e dell'utilizzo strumentale di alcune informazioni, non rende soprattutto merito dell’impegno profuso e dei risultati che Saras ha conseguito in oltre 40 anni di attività a favore della crescita economica e sociale del territorio e dello sviluppo di una cultura industriale ed organizzativa di cui tanto il nostro Paese ha bisogno. Ci auguriamo che questo sia lo spirito che ha indotto il Comune di Sarroch ad invitare l'autore del libro per un pubblico dibattito. Tutti, anche coloro che gravitano a vario titolo intorno alla nostra realtà, dovrebbero infatti farsi interpreti della sfida che come impresa quotidianamente viviamo: essere un punto di riferimento come produttori di energia sostenibile che alimenti la vita delle persone”.
Evidente dal tono scelto, l’obiettivo della lettera è stato centrato. Intimoriti da Scaffardi, i lavoratori della raffineria hanno compattamente disertato l’appuntamento messo nel mirino, che il sindaco di Sarroch Mauro Cois ha confermato resistendo a fortissime pressioni. Sarà sostenibile l’energia prodotta dalla Saras, meno sostenibili i suoi messaggi ai dipendenti.
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