giovedì 3 novembre 2011

BRINDISI: "Pericolo esplosione al Petrolchimico"


Stop di 6 mesi, a rischo 2.800 dipendentiLa paralisi decisa dal comitato tecnico dei vigili del fuoco, ma le carenze riguarderebbero solo la documentazione contenuta nei rapporti sulla sicurezza. L'allarme dei
sindacati: "Mettere in crisi l'impianto significa mettere completamente in ginocchio l'economia del territorio"di SONIA GIOIA

L'impianto di Brindisi
Paralisi al Petrolchimico di Brindisi. Il Comitato tecnico regionale dei vigili del fuoco, paventando un pericolo di esplosione, ha predisposto la sospensione preventiva di sei impianti della Polimeri Europa. Lo stop della durata di sei mesi è arrivato per i serbatoi Virgin nafta F204/205, per il gasometro F105, per il serbatoio sodio nitrito le linee dell'olio Fok del molo. Il provvedimento ha scatenato la dura reazione dei sindacati, Cgil, Cisl e Uil, che temono per il futuro prossimo dei lavoratori, circa 2.800.
Secondo quanto riferito dall'azienda ai sindacati stessi il provvedimento sarebbe scattato non un per un reale pericolo di esplosione, ma per la incompletezza della documentazione già presentata negli anni precedenti e già presente nei vari rapporti di sicurezza di sito. I sindacati di categoria, che si fidano delle comunicazioni ufficiali da parte di Polimeri, parlano di "attacco senza mezzi termini contro l'intero sistema industriale".

"Un attacco che nulla ha più di tecnico, ma evidentemente - dichiarano i sindacati - è una chiara volontà politica. Mettere in crisi il Petrolchimico di Brindisi significa mettere in ginocchio completamente l'economia del territorio, dove trovano occupazione e sostentamento oltre duemila famiglie, se a questo si aggiunge l'intero settore industriale significa affossare definitivamente l'intera provincia".

I sindacati ammettono di non potere però esprimere una valutazione completa:
"Non potendo

noi stabilire nè le cause nè tantomeno le motivazioni che hanno prodotto tale provvedimento estremo, ci chiediamo: come mai le istituzioni locali, tra l'altro componenti del Comitato tecnico regionale, hanno potuto permettere che davanti ad un problema non tecnico, che comunque non preclude la salvaguardia ambientale e di sicurezza nell'immediato, venga messa a rischio la tenuta occupazionale del sistema Petrolchimico, con un evidente enorme problema sociale?".

La strada da seguire sarebbe potuta essere un'altra: "Si sarebbe potuto ovviare con una prescrizione temporale, in attesa - dicono i sindacati - di produrre idonea documentazione e necessarie modifiche, così come la Procura fece in riferimento alle problematiche torce? O come è avvenuto in estrema ratio per Sanofi Aventis? Forti sono le nostre preoccupazioni e tali devono essere le azioni che insieme a tutte le maestranze, dirette ed indirette, bisogna mettere in campo, coinvolgendo anche tutta la cittadinanza".

Il riferimento è al provvedimento del 27 ottobre 2010, emesso dal tribunale di Brindisi su richiesta della procura. Poco più di un anno fa infatti, un decreto a orologeria emesso dal tribunale messapico dispose il sequestro preventivo di sei torce d'emergenze dei colossi Basell e Polimeri Europa, imponendo alle aziende di adottare "soluzioni tecnicamente e scientificamente praticabili" entro termini stabiliti, per bloccare le accensioni anomale delle torce stesse. Questo perché, secondo la procura, venivano usate come termovalorizzatori per bruciare i residui di lavorazione industriale, senza autorizzazione alcuna e soprattutto senza calcolare le conseguenze in termini di emissioni di sostanze pericolose in atmosfera, fra cui idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), rilevati dall'Arpa in più prelievi consecutivi.

Mentre i piani industriali di intervento disposti dopo il sequestro avviano a soluzione i problemi rilevati dalla magistratura inquirente brindisina, che dopo venti giorni dal sequestro consentirono l'uso degli impianti alle aziende, arriva oggi la sospensione del Comitato tecnico regionale dei vigili del fuoco, che rischia di paralizzare definitivamente il polo industriale del capoluogo messapico, almeno secondo i rischi prospettati dai sindacati.

"Nessuno può esimersi dalla responsabilità dei danni che tale procedimento può determinare e soprattutto dalla convinzione che il Petrolchimico continua a sorreggere l'intera economia del territorio. Pertanto - concludono i quattro sindacati di categoria - nelle prossime ore individueremo un percorso unitario e intercategoriale atto a far valere le ragioni della presenza del Petrolchimico e del sistema industriale tutto".
(03 novembre 2011)

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