mercoledì 23 novembre 2011

Muore operaio, ma in azienda si continua a lavorare

La dura lettera aperta del segretario della Flai Cgil di Foggia all'azienda Sfirlog di Cesena dove un lavoratore ha perso la vita il 21 novembre 2011. Nonostante la tragedia, la direzione ha deciso di non sospendere l'attività

"Con rammarico apprendo delle vostre disposizioni di continuare l'attività lavorativa, in una bruttissima giornata come questa che ha visto la morte di un povero innocente ed onesto e ligio lavoratore nello stabilimento del vostro Gruppo di Foggia, atroce evento che ha scosso ed emotivamente e distrutto una famiglia, tutte le maestranze, il sindacato e tutta l'opinione pubblica di questo territorio". Lo scrive Daniele Calamita, segretario generale territoriale dei lavoratori dell'agroindustria dell Cgil di Foggia in una lettera aperta al presidente della Sfirlog di Cesena, a proposito dell'incidente sul lavoro verificatosi ieri nello zuccherificio del capoluogo dauno.

"Non so se questi eventi sono la norma per il vostro Gruppo - aggiunge - ma ritengo doveroso avere rispetto per le persone e per i lavoratori che da anni prestano la loro opera per voi, ritengo che in questa società, cosiddetta civile, serva rispetto per la vita umana ed altrettanto vada dimostrato per il dolore, sentimento quest'ultimo che tutte le maestranze insieme al sindacato tutto, stiamo vivendo".

"Cassinese Marcello, aveva 42 anni e lascia una moglie, straziata dal dolore - prosegue la nota del sindacato - lo dice uno dei tanti che questa mattina alle 9.00 ha avuto la notizia, e dalle 9.15 è stato in azienda ed ha visto con i proprio occhi l'arrivo dei familiari ed il dramma frammisto ad incredulità di sentirsi dire che un proprio caro non è più in vita. Ritenevo scontato e logico che da parte vostra vi fosse rispetto e compassione per una vita che si spezza brutalmente, ritenevo che fosse scontato sospendere l'attività lavorativa in questa brutta e dolorosa giornata, ritenevo che le lacrime ed il dolore dei lavoratori immediatamente arrivati nei primi minuti dopo l'accaduto, e quelle del sottoscritto, fossero condivise anche da parte della direzione aziendale e del Gruppo, ma evidentemente visto l'ordine di andare avanti, mi sbagliavo, per voi evidentemente parliamo di robot o di soli numeri di matricola, e forse per voi la morte di un collega è una cosa normale'.

'Ritengo che questa vostra disposizione - conclude Calamita - sia un'offesa per tutti lavoratori d'Italia e per l'intero territorio di Capitanata, e ritengo a questi lavoratori e a questo Territorio voi dobbiate rispetto, ma prima di tutto a Cassinese Marcello ed alle sua famiglia'.

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