martedì 8 novembre 2011

Sempre più morti sul lavoro.. la Rete nazionale

comunicato

I numeri dei morti sul lavoro, in primis immigrati, torna a farsi enorme.57 operai nei diversi settori, nei diversi mesi sono morti in ottobre e sono già di più dell'anno scorso per tutto l'anno.
Al solito atteggiamento di padroni assassini, controlli truccati, leggi non applicate si aggiungono gli effetti di crisi, precarietà, supersfruttamento, clandestinità.
Ma nessuno fa niente.
Nè i sindacati confederali-nei i sindacati di base, che su questo con il loro frequente aziendalismo corporativo, fanno sempre poco.
La rete nazionale per la sicurezza è l'unica realtà che fa un lavoro sistematico, iniziative, proposte, azione a 360 gradi da Torino a Taranto, da Milano a Barletta, da Ravenna a Palermo, a Roma ma è retta attualmente solo dallo slai cobas per il sindacato di classe e dal comitato 5 aprile a Roma, ci sono come sempre molto attivi i ferrovieri di ancora in marcia,
qualche associazione familiari, Marco Spezia e poco più.
La Rete nazionale riprenderà nei prossimi mesi la sua attività per essere presente ovunque con chiunque, ben cosciente che solo la mobilitazione operaia e popolare per una rivoluzione politica e sociale che metta fine a un sistema in cui la vita dell'operaio non vale nulla rispetto al profitto è la risposta strategica alla situazione,ed è solo questa prospettiva che dà
il senso importante e permanente all'attività di una struttura come la rete con una lotta che possa raggiungere obiettivi parziali in tutti i campi.

Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro
bastamortesullavoro@gmail.it
novembre 2011



I dati dell'osservatorio Vega Engineering: nei primi dieci mesi 2011 già 460 morti, in aumento rispetto al 2010. In media 46 vittime ogni mese. Lombardia sempre al primo posto. L'agricoltura è il settore più a rischio, colpiti molti lavoratori stranieri

di rassegna.it


Nel mese di ottobre 57 persone sono morte sui luoghi di lavoro. E' quanto emerge dallo studio presentato oggi (7 novembre) dall'osservatorio Vega Engineering di Mestre. A due mesi dalla fine del 2011, spiega la ricerca, il bilancio delle vittime è già maggiore del 2010: finora i morti sono 460 contro i 441 dello stesso periodo dell'anno scorso.

In Italia si registrano mediamente 46 morti sul lavoro ogni mese. "I dati quindi - scrive l'osservatorio - non lasciano dubbi: la situazione peggiora e l’ incremento della mortalità del 4,3 per cento tra il 2010 e il 2011 ne è una conferma".

La prima regione per vittime nel 2011 è Lombardia con 60 morti sui luoghi di lavoro, seguita dall’Emilia Romagna (42), dal Piemonte (39), dal Veneto (38), dalla Toscana (34), da Sicilia e Campania (32), dal Lazio (29), dalla Puglia (28). Le ultime regioni, comunque non immuni alle tragedie, sono Molise e Valle D’Aosta (4 morti), Basilicata (5), Friuli Venezia Giulia (8), Umbria (10).

Brescia e Torino le province in cui da gennaio ad ottobre si è registrato il maggior numero di casi di morti bianche (15), seguite da Bolzano (12), Frosinone e Milano (11), Bologna, Napoli e Roma, 10, L’Aquila, Savona e Chieti (9).

Il numero maggiore di infortuni si verifica in agricoltura (39,6% del totale), mentre il 22,2% colpisce invece nel settore delle costruzioni. Le vittime nel commercio e artigianato sono il 13,9% del totale. Seguono trasporti, magazzinaggi e comunicazioni, quindi i servizi e produzione di energia elettrica.

La prima causa resta la caduta dall’alto (23,9% dei morti nel 2011), seguita dal ribaltamento di un veicolo o di un mezzo in movimento (22%); terza lo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti sulle vittime (18,3%).
Le donne decedute sono 12 in dieci mesi, ma cinque nel solo mese di ottobre che è stato segnato dalla strage di Barletta. Gli stranieri che hanno perso la vita sono 54 (11,8% del totale), soprattutto romeni e albanesi. Le fasce più a rischio, conclude Vega Engineering, sono quarantenni e cinquantenni (197), ovvero il 43,1% delle 460 morti bianche, poi vengono gli ultrasessantenni (138 persone, pari al 30,2%).

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