giovedì 17 novembre 2011

Rete su Thyssen

comunicato della rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro
sulla sentenza Thyssen
mobilitarsi per estendere e generalizzare questa sentenza nei processi per
morti sul lavoro
campagna di informazione e denuncia in tutte le città italiane
per adesioni, info, materiali
bastamortesullavoro@gmail.com


L'ad della Thyssen, l'amministratore delegato Harald Espenhahn, conosceva
cosa
rischiavano gli operai, cioè la loro stessa vita, ma ha scelto di
interessarsi
solo all'incremento del profitto che poteva ricavare dalla fabbrica in
dismissione, non intervenendo per la messa in sicurezza delle linee. Questo
hanno scritto i giudici di Torino nelle motivazioni della sentenza: "Il
quadro
complessivo induce la Corte a ritenere che certamente Espenhahn, cosi' come
contestato, si fosse 'rappresentata' la concreta possibilita', la
probabilita'
del verificarsi di un incendio, di un infortunio anche mortale sulla linea 5
di
Torino; e che, altrettanto certamente, omettendo qualsiasi intervento di
'fire
prevention' in tutto lo stabilimento e anche sulla linea 5 e anche nella
zona
di entrata della linea 5, ne avesse effettivamente accettato il rischio".
E ancora:"La Corte non riesce, nel caso di Espenhahn, a individuare alcun
fattore, alcun elemento, ripercorrendo l'intero quadro a disposizione
dell'imputato, in forza del quale egli potesse 'ragionevolmente' sperare che
non sarebbe capitato nulla, nessun incendio, nessun infortunio anche mortale
nello stabilimento di Torino, soprattutto sulle linee di trattamento,
soprattutto sulla linea 5, soprattutto dopo l'incendio di Krefeld,
soprattutto
non intervenendo in alcun modo in prevenzione e protezione, soprattutto
conoscendo le condizioni di lavoro di Torino, le condizioni di lavoro sulla
linea 5, soprattutto considerata e da lui conosciuta la frequenza degli
incendi
a Torino e sulla linea 5".
Per gli operai, per noi che lottiamo contro i padroni assassini le
motivazioni
di questa condanna, così come tutti i processi per le stragi di lavoratori,
confermano una sola verità, che i padroni sanno bene che i lavoratori
rischiano
la vita, si infortunano, subiscono mutilazioni spesso irreversibili nelle
fabbriche, ma per i piani padronali è un costo la sicurezza degli impianti e
non vogliono pensare a ridurre il profitto. Dalla loro parte hanno tutto un
sistema di controlli inesistenti o compiacenti, spesso di complicità con i
sindacati confederali, di impunità riguardo le leggi. Solo alla Thyssen sono
stati condannati per omicidio volontario ma perchè c'è stata una
mobilitazione straordinaria di lavoratori e di masse popolari, di famigliari e operai
colleghi di coloro che sono stati ammazzati, di una manifestazione nazionale
organizzata dal basso dalla Rete per la sicurezza sul lavoro, di un presidio
sistematico davanti al Tribunale durante le udienze.
I padroni sono assassini criminali, tutto questo sistema si fonda sulla
violenza del potere padronale. Per la difesa della vita degli operai l'unica
strada non può che essere il rovesciamento di questo potere. A questo
continuiamo a lavorare come Rete nazionale.

Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro

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